
Marta si era sempre considerata una persona capace, dedita al lavoro e determinata a raggiungere i suoi obiettivi. Dopo anni di studio e sacrifici, aveva finalmente ottenuto la promozione che tanto desiderava in azienda. Per lei, quel traguardo era la conferma di avercela fatta. Tuttavia, non passò molto tempo prima che qualcosa cominciasse a incrinarsi.
I nuovi incarichi erano più complessi del previsto, e nonostante tutti i suoi sforzi, si ritrovava costantemente a dover gestire imprevisti e difficoltà. Le scadenze si accumulavano, i progetti non andavano come sperava, e pian piano la paura di fallire prese il sopravvento. Si sentiva sotto pressione, terrorizzata dall’idea che, se non fosse riuscita a farcela, avrebbe perso tutto quello per cui aveva lavorato. Ogni piccolo errore sembrava enorme, ogni feedback negativo lo viveva come un colpo al cuore.
Una sera, dopo una giornata particolarmente difficile, Marta si sedette sul divano, sfinita. “E se non fossi fatta per questo? E se tutto quello che ho costruito crollasse? Cosa significherebbe per me fallire davvero?” Queste domande la tormentavano. Aveva sempre pensato che il fallimento fosse una sorta di giudizio su chi sei e sul tuo valore, e ora si trovava faccia a faccia con quella paura.
Qualche giorno dopo, durante una passeggiata nel parco per schiarirsi le idee, Marta incontrò Sara, una vecchia amica che non vedeva da tempo. Si sedettero su una panchina a chiacchierare e, in un attimo di confidenza, Marta raccontò alla sua amica di tutte le difficoltà che stava vivendo.
Sara ascoltò attentamente, poi le disse: "Sai, il fallimento non è quello che pensiamo sia. Non è una condanna o un’etichetta su di noi. È solo una parte del viaggio. A volte, ciò che chiamiamo fallimento è solo la vita che ci sta insegnando una nuova strada o ci sta ricordando cosa è davvero importante per noi. Non si tratta di perdere tutto, ma di imparare a preservare quello che conta davvero."
Quelle parole colpirono Marta. Non aveva mai pensato al fallimento in quel modo. Da quel giorno, iniziò a riflettere su cosa realmente temeva di perdere. Si rese conto che, più del lavoro o della posizione, aveva paura di perdere la fiducia in se stessa, l’idea di essere una persona di valore. Ma era davvero così? Il suo valore dipendeva solo dai suoi successi?
Un giorno, dopo una riunione disastrosa in cui uno dei suoi progetti era stato bocciato, Marta prese una decisione: invece di farsi travolgere dalla frustrazione, decise di guardare la situazione con occhi nuovi. Quell’esperienza poteva insegnarle qualcosa? Cosa c’era da imparare?
Si accorse che, malgrado l’insuccesso, aveva sviluppato nuove competenze, aveva imparato a gestire meglio il team e a comunicare in modo più efficace. Forse non tutto era da buttare via. Con questa nuova prospettiva, iniziò a vedere i suoi "fallimenti" come opportunità di crescita. Certo, non era sempre facile, ma ogni volta che cadeva, si rialzava con più consapevolezza di prima.
Con il tempo, Marta cominciò a capire che non era definita né dai suoi successi né dai suoi fallimenti. Era molto di più: una persona in continuo divenire, che imparava e si evolveva attraverso ogni esperienza, positiva o negativa che fosse. Non temeva più di cadere, perché sapeva che avrebbe sempre trovato il modo di rialzarsi.
Adesso, quando si ritrovava di fronte a una sfida, non si concentrava più sul risultato finale. Invece, si chiedeva: "Cosa posso imparare da questo? Cosa sto preservando di importante nella mia vita?" E, stranamente, le cose cominciarono a scorrere più facilmente. Non perché il mondo fosse diventato meno difficile, ma perché lei era diventata più forte, più saggia e più consapevole.
Alla fine, Marta capì che il fallimento non era mai stato un nemico. Era solo un maestro severo, ma necessario, che la stava guidando verso una versione più autentica di se stessa. E così, smise di temere il terreno su cui cadeva, sapendo che ogni volta che si rialzava, lo faceva con una nuova forza interiore.
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ESERCIZI per coltivare la consapevolezza del fallimento:
1. Riflessione sul fallimento passato:
Prendi un momento di vita in cui ti sei sentito fallire. Scrivi cosa hai imparato da quell’esperienza. Cosa è cambiato in te? Quali qualità hai scoperto di avere? Questo ti aiuterà a trasformare il ricordo del fallimento in una lezione di crescita.
2. Gratitudine quotidiana:
Ogni sera, annota tre cose per cui sei grato, concentrandoti su ciò che hai mantenuto o migliorato, anche durante periodi difficili. Coltivare la gratitudine ti permetterà di apprezzare il viaggio, senza temere troppo le cadute.
3. Riconoscere il valore personale:
Scrivi un elenco delle qualità che ti rendono una persona di valore, indipendentemente dai tuoi successi o fallimenti. Rileggi questa lista quando ti senti scoraggiato. Questo esercizio ti aiuterà a dissociare il tuo valore dai risultati esterni.
4. Abbraccia la tua vulnerabilità:
Prova a parlare con una persona di fiducia di un tuo recente fallimento. Condividere le tue paure e le tue difficoltà con gli altri ti aiuterà a normalizzare l’idea che tutti affrontiamo momenti difficili, e che non sei solo in questo.
Marta ha imparato che il fallimento non è una fine, ma una porta che si apre verso nuove possibilità. Anche tu puoi fare lo stesso.
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